Recensione "The Nines" -Venezia Film Festival, SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA

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†Ferey†
CAT_IMG Posted on 9/10/2007, 22:51




Nel primo episodio, “The Prisoner”, un noto attore (Gary) è prigioniero del suo esuberante produttore (Margaret) all’interno di una casa controllata da mille congegni tecnologici. La vicina (Sarah) cerca di rendere edotto Gary di quell’incredibile situazione. Nel secondo episodio, “Reality television”, Gary è autore della puntata pilota di una serie tv prodotta da Sarah. Alcune indagini di mercato inducono Sarah e Gary a liberarsi dell’amica/collaboratrice Margaret. Nel terzo episodio, “Knowing”, i coniugi Gary e Margaret hanno un incidente d’auto lungo una strada di montagna. Mentre Gary va alla ricerca d’aiuto, la piccola Elle – guardando una videoregistrazione – scopre, insieme alla mamma, la vera identità del padre. Lo stesso succede a Gary nei confronti di se stesso, dopo aver incontrato per strada la misteriosa Sarah.

Diretto dallo sceneggiatore degli ultimi film di Tim Burton, “The Nines” si inserisce in una recente tendenza fantastico-millenaristica del cinema indipendente americano, che attinge per certi aspetti all’immaginario “lynchiano” nel suo raccontare – in questo caso privilegiando più i dialoghi che le immagini – tutta una serie di “situazioni-matrioska” che hanno a che vedere col mondo della rappresentazione artistica, per definizione sempre a cavallo fra l’essere e l’apparire. “The Nines”, peraltro, nel suo trovarsi sospeso fra la realtà e l’irrealtà, in una costruzione narrativa affascinante quanto inquietante, è anche un film che fa pensare al gioco delle maschere di pirandelliana memoria, a prescindere dalla sua declinazione cinematografica. Dietro ogni fotogramma ci sono – paradossalmente unite – sia la ricerca di un senso complessivo e definitivo, sia il terrore di un’apocalissi prossima ventura: John August mette in scena con uno sguardo originale e con surreale ironia, la discesa in terra di un angelo proveniente da un “altro mondo”, virtuale o spirituale che esso sia, una sorta di alieno che ama prendere corpo in personaggi diversi verso i quali prova lo stesso tipo di affetto. Prova d’esordio di notevole maturità, “The Nines” è un film pieno di gangli significanti capaci di portarci a svariate letture proiettive, non necessariamente – o soltanto – fantastiche.

John August è nato il 4 agosto 1970 e si è laureato in giornalismo alla Drake University. E’ lo sceneggiatore degli ultimi film di Tim Burton, tra cui Big Fish, Charlie e la fabbrica di cioccolato, La sposa cadavere. Nel 1998 ha diretto un corto, God, molto apprezzato dalla critica.

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Recensione

The nines di John August, sceneggiatore degli ultimi film di Tim Burton (Big Fish, Charlie e la fabbrica di cioccolato, La sposa cadavere), comincia in maniera accattivante, allegra, con momenti, quasi, da commedia musicale: Gary (Ryan Reynolds), un attore, è prigioniero della sua amica-produttrice Margaret (Melissa Mc Carthy) all’interno di un’abitazione controllata da congegni elettronici. Nello stesso tempo, Sarah (Hope Davis), canterina vicina di casa, sembra saperne più di Gay e pare volerlo aiutare ad uscire dalla misteriosa situazione. Peccato che questo sia soltanto il primo episodio: bruscamente tutto cambia e si è catapultati nel secondo, interpretato dagli stessi attori ma in ruoli diversi. Ora Gary è Gavin, un autore televisivo e deve, in seguito ad alcune indagini di mercato e su pressione di Susan, liberarsi della collaboratrice Melissa, la Margaret di prima.
Nel terzo episodio, August ripropone ulteriormente gli stessi attori, divenuti, nel frattempo, Gabriel, Mary e Sierra: i primi due, marito e moglie, hanno un incidente d’auto e mentre lui va in cerca d’aiuto, Elle, la loro piccola, scopre, attraverso una videoregistrazione, la vera identità del padre. Si tratta di un essere proveniente da un altro mondo, una specie di alieno che si incarna in diversi personaggi, verso i quali prova lo stesso affetto. Tre episodi (The prisoner/ Reality television/ Knowing), tre storie, nove destini (Gary/Gavin/Gabriele – Margaret/Melissa/ Mary – Sarah/ Susan/Sierra) per un’opera ambiziosa che vorrebbe, forse, far riflettere sul rapporto tra l’essere e l’apparire, tra la realtà e la finzione, ma che, purtroppo, non raggiunge lo scopo. Probabilmente, se August si fosse limitato a sviluppare l’idea portante di The nines, la responsabilità di chi scrive, centrale nel secondo episodio, avrebbe realizzato un film comprensibile, interessante; così le tre vicende risultano incompiute e staccate le une dalle altre, nonostante il tentativo finale di voler dare loro compattezza e un Senso superiore. Un film teoricamente aperto a molteplici letture proiettive, in realtà, un’occasione mancata.

di Mariella Cruciani

Fonte: Cine Critica Web


 
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CAT_IMG Posted on 10/10/2007, 12:03
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E' davvero interessante... WOW... Ci sono anche gli indirizzi della produzione! :P
 
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